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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

La giocatrice di scacchi - di Bertina Henrichs

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"Eleni guardò più attentamente il pezzo che teneva in mano. Era un piccolo pedone nero. Esitante, cercò di rimetterlo al suo posto, ma non sapeva quale fosse. C'erano pezzi identici un po' ovunque. Per un istante rimase cosi, con il pedone in mano, lo sguardo fisso sulla scacchiera in cerca di qualche logica. Alla fine si arrese, posò la statuina accanto alla tavola e riprese il lavoro. L'idea di aver rovinato una partita in corso l'avviliva, tuttavia si consolò dicendosi che doveva essere un pezzo di poco valore, perché ce n'erano molti altri. Dopotutto, forse, non era così grave". E se quel pedone nero stesse per cambiarle la vita? Eleni, figlia di poveri contadini della regione montuosa di Halki, cameriera ai piani in un albergo dell'isola greca di Naxos, moglie di Panos, che lavorava nell'officina del padre alle porte della città, e due bei figli: una vita normale, e un mestiere che amava, perché le permetteva di " fantasticare ed entrare

I curanderos dell'anima - di Hernan Huarache Mamani

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Ci sono libri che raccontano realtà diverse da quelle che si è soliti riconoscere e condividere,  che meritano di essere letti per la profondità del messaggio che riescono a trasmettere. Sono testi che non lasciano indifferenti; se ne respira, per certi versi, quel “non so che” di sacro, e si ha la sensazione che, scorrendo ogni pagina e soffermandosi dopo ogni capitolo, sia come camminare lungo un sentiero ignoto, e che lo si debba fare “dolcemente”, avendo cura di non calpestare il terreno troppo frettolosamente, ma assaporando ogni singola luce, brezza, profumo, come un viandante curioso, dal procedere lento, che nutre il proprio respiro cogliendo ogni bellezza dalla Natura che lo circonda, tra energie sacre e misteriose, guidato dal desiderio di scoprire nuove vie, nuove risposte, nuovi sguardi per osservare il mondo. Aprire la mente verso quei luoghi lontani, dal fascino antico, dove la dimensione materiale si annulla quasi completamente, per fare spazio a quella spirituale andina